Istanza massiva di accesso, per il consiglio di Stato è abuso di diritto

Istanza massiva di accesso, per il consiglio di Stato è abuso di diritto

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Sulle posizioni espresse dall’Adunanza plenaria, secondo cui è possibile e doveroso respingere richieste manifestamente onerose o sproporzionate.

di Amedeo di Filippo – sole24Nt.
L’istanza “massiva” di accesso documentale è da respingere in quanto si configura come abuso di diritto. Lo precisa la quarta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 9470/2024.

L’accesso

La quarta sezione del Consiglio di Stato avalla il diniego di accesso opposto da una società inhouse alla ostensione di un numero elevatissimo e indefinito di atti e documenti, provenienti dalla società medesima o dagli enti locali soci. E lo fa appellandosi alle posizioni espresse dall’Adunanza plenaria, secondo cui è possibile e doveroso respingere richieste manifestamente onerose o sproporzionate, cioè tali da comportare un carico irragionevole di lavoro idoneo a interferire con il buon andamento della pubblica amministrazione; così come le richieste massive uniche, contenenti un numero cospicuo di dati o di documenti, o richieste massive plurime, che pervengono in un arco temporale limitato e da parte dello stesso richiedente o da parte di più richiedenti ma comunque riconducibili ad uno stesso centro di interessi; e anche le richieste vessatorie o pretestuose, dettate dal solo intento emulativo, da valutarsi ovviamente in base a parametri oggettivi.

L’abuso di diritto

Se quanto sopra espresso è da considerarsi ormai consolidato, la sentenza segnalata è interessante per alcune coordinate applicative, che fanno perno sulla considerazione che il principio di diritto enunciato costituisce applicazione di una categoria generale, inerente e connaturata, quale limite interno, all’esercizio del diritto soggettivo e delle situazioni giuridiche di vantaggio riconosciute dall’ordinamento: l’abuso del diritto, teorizzato e applicato nell’ambito dei rapporti tra privati ma che costituisce una figura trasversale nell’ordinamento quale argine all’esercizio “formalmente ineccepibile” e “sostanzialmente distorto” della situazione di vantaggio di cui taluno è titolare. L’abuso del diritto costituisce una particolare declinazione del principio di buona fede e ha l’effetto di evitare che possano trovare giuridico riconoscimento pretese non giustificate, azionate o esercitate facendosi scudo di una qualche norma giuridica, di cui colui che agisce pretende di fare applicazione rigidamente, basandosi esclusivamente sull’interpretazione letterale della disposizione e senza rapportarla agli altri limiti (o alle altre situazioni di vantaggio) emergenti dall’ordinamento e, anzi, agendo in (aperto o celato) contrasto con gli ulteriori principi di ordine sistematico da questo emergenti e, in particolare, con il principio inderogabile di solidarietà.

L’ingente mole di documenti richiesti dall’operatore nel caso di specie denotano il carattere “massivo”, non proporzionato, manifestamente irragionevole, per questo “abusivo” della richiesta presentata nei termini ora precisati dalla quarta sezione.

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GIANNI SANNA

Consulente Dasein. Formatore. Esperto in Programmazione, Anticorruzione , Trasparenza e Privacy. Responsabile Protezione Dati (RPD/DPO).

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